Fu progettata nel 1968, quando il Concilio Vaticano II° 
                    aveva promulgato i primi concetti di riforma liturgica che 
                    la costruzione contempla.
                    Esteticamente, i progettisti, l'arch. Roberto Nardi 
                    di Firenze e l'ing. Lorenzo Cecchi di Prato, si sono lasciati 
                    influenzare da Le Corbusier, ma anche da Michelucci specie 
                    nella simbologia estetica, allora molto ricercata.
                    E' tutta in cemento armato a faccia vista, dove 
                    la luce penetra attraverso fessure di finestre. Ma contiene 
                    anche 4 grandi aperture: una sulla strada che la costeggia, 
                    una sui monti della Calvana e due sul cielo. Il Dio che cerchi 
                    nel cielo è il Dio che devi vivere nel tuo mondo.
                    · Vista dall'esterno, richiama l'immagine della 
                    "barca a vele spiegate" "sotto il soffio dello 
                    Spirito". 
                    · Lo spazio interno è tutto in verticale, 
                    come se volesse far strada all'ansia dell'uomo che cerca Dio; 
                    lo spazio assembleare è tutto davanti all'altare in 
                    uguale distanza da esso; l'altare costruito con cemento bianco, 
                    posizionato sotto la parete più alta, particolarmente 
                    illuminato dalle aperture sul cielo, si impone per la sua 
                    grande volumetria, su tutto e tutto ridimensiona, quasi a 
                    voler affermare la sua centralità nella storia umana: 
                    su quel Golgota, diventato una grande tavola, si consuma il 
                    peccato dell'uomo che l'amore di Cristo redime e nutre della 
                    sua vita. 
                    · Gli altri "luoghi liturgici" (confessionale 
                    e fonte battesimale, da cui proclama la Parola) sono ben evidenziati 
                    sia per il colore bianco del cemento sia perché posizionati 
                    davanti all'assemblea.
                    · Il confessionale non è un corpo aggiunto 
                    dentro la chiesa, ma ricavato nel corpo stesso di essa, vicino 
                    al fonte battesimale, con una parete tutta in vetro che non 
                    divide dalla Comunità, ma la fa sentire quasi compartecipe 
                    nell'atto di riconciliazione. Non è quindi un luogo 
                    di sacrificio espiativo da vivere nel privato, ma di colloquio 
                    e di riflessione. 
                    · L'altare è sormontato da una grande croce 
                    absidale dipinta su tavola dove croce e corpo di Gesù 
                    sono una medesima realtà, ed è un Cristo "vivente". 
                    
                    · Sul fianco destro gli altri due luoghi liturgici: 
                    l'ambone e il ciborio: Cristo è luce e guida, 
                    cibo e sostegno.· 
                    Nel vano che precede la sacrestia, due opere in alto 
                    rilievo. Sono stazioni di una "via crucis" esposta 
                    totalmente nella chiesa austriaca di Ebensee, e che nella 
                    nostra hanno acquistato anche valore socio-politico, perché 
                    scambio di dono fra le due Comunità parrocchiali, nell'ambito 
                    del Gemellaggio Prato-Ebensee. Agli austriaci che vennero 
                    portandoci il "Cristo caduto sotto la croce", Santa 
                    Lucia rispose con il dono della "resurrezione di Cristo". 
                    La prima è in bronzo, la seconda è copia in 
                    cemento del dono esposto in Austria. L'artista è austriaco 
                    di Ebensee, il prof Johann Kienesberg.
                    Altare 
                    di santa LuciaNel 
                    2000 un settore dell'aula piccola è stato 
                    strutturato per accogliere restaurata e offrirla alla devozione, 
                    la statua in stucco ad alto rilievo, di Santa Lucia (sec. 
                    XIV°- autore ignoto), un tempo esposta nella vecchia chiesa, 
                    oggi chiusa.· 
                    Sulle pareti interne della chiesa un ritmico scorrere di 
                    dipinti su ceramica che così come sono stati disposti, 
                    costituiscono un duplice cammino che porta all'eucarestia, 
                    "centro e culmine" della fede. L'autore è 
                    il romeno Mihu Vulcanescu.
                    Mihu Vulcanescu e 
                    il suo stile artistico
                    
                    Nato a Bucarest nel 1937, morto a Firenze nel 1994.
                    Artista riconosciuto e apprezzato a livello internazionale. 
                    Nel pratese troviamo sue opere, in ceramica e su tavola, anche 
                    nella chiesa di La Briglia e di Maliseti. 
                    Nel civile, troviamo due grandi pannelli policromi nel parco 
                    della "Resistenza e della Pace", dove ha sviluppato 
                    queste tematiche. A Pistoia una "via crucis" sulla 
                    strada che porta al ristorante "Il Convento".
                    Cavaliere al merito della Repubblica italiana e insignito 
                    dell'Ordine al merito culturale in Romania.
                    Estrapoliamo dalla guida esposta in chiesa:"Lo 
                    stile è surreale, vorrei quasi dire onirico allusivo
 
                    le immagini si pongono davanti a te per interrogarti, per 
                    obbligarti a guardarti in loro, quasi a giudicarti
 A 
                    chi ama le "cose fumettistiche", forse queste "visioni" 
                    fanno nascere perplessità e rifiuto. Ma a chi, come 
                    i bambini, ha un'anima semplice, a chi ha una capacità 
                    contemplativa, a chi il cuore è tornato candido attraverso 
                    la Parola di Dio,
 quelle immagini hanno capacità 
                    di ridestare profonde risonanze, divengono non solo pregnanti, 
                    ma inesauribili." (Simone Scatizzi)
                  "E' 
                    un'opera che raccoglie qualche fatto nuovo in materia di pittura 
                    sacra e soprattutto nella fase interpretativa del Nuovo e 
                    Vecchio Testamento, sostituitosi alla rituale "Via Crucis", 
                    pur seguendo di questa le cadenze suggerite dalle "stazioni". 
                    E' nuovo questo buttare in chiesa solo nero su bianco in un 
                    disegno per ceramiche di adornamento; è nuova la scelta; 
                    è nuova l'interpretazione
" (Tommaso Paloscia)In 
                    un riquadro ceramico, a conclusione del cammino artistico-riflessivo 
                    abbiamo trasferito un "consiglio" che l'artista 
                    ha voluto affidare alla penna per sostenere il lettore del 
                    suo lavoro:
                    "Tu che preghi e guardi, vedrai quando il cielo si 
                    aprirà, queste verità mute che stanno ora davanti 
                    a te: ti verranno incontro, e allora le riconoscerai ritrovando 
                    te stesso e i momenti e gli anni che vivi ora: ti sembreranno 
                    vecchi amici
                    (Mihu Vulcanescu)
                    Vetrate, 
                    ceramiche, tavole Il 
                    primo itinerario, costituito dal 7 ceramiche (cm. 
                    80x80), si snoda dalla porta centrale sulla parete destra 
                    della chiesa e guida alla riconciliazione (confessionale), 
                    alla rigenerazione (fonte battesimale) e alla comunione con 
                    Cristo e attraverso Lui con tutti gli uomini e il creato (altare).Il 
                    secondo itinerario, di 20 ceramiche, con partenza 
                    sempre dalla porta centrale, si snoda sulla sinistra dell'edificio 
                    per proseguire nell'aula piccola della chiesa dove guida al 
                    ciborio dell'eucarestia ("la città di Dio"), 
                    per sintetizzarsi nella grande ceramica dedicata a "Maria 
                    Regina Pacis".
                    E' diviso in 3 parti: Cristo che chiama a seguirlo 
                    (n. 3 ceramiche) , che si fa conoscere (n. 8 ceramiche) e 
                    che manda a testimoniarlo (n. 8 ceramiche).Sulla 
                    parete ad est dell'aula grande, una vetrata 
                    (mt. 20x1,50) che in 7 riquadri presenta la storia della salvezza: 
                    "Dio in Cristo, è il nostro liberatore".Nelle 
                    vetrata in alto dell'aula piccola, trasferiti su vetro 
                    (vetreria Durgoni) alcuni disegni di M. Vulcanescu, realizzando 
                    un suo progetto.